Dieci dodici | 2020
09 XII 20
In viaggio per lavoro accendo la radio.
Dopo l’ascolto di alcune canzoni assolutamente sconosciute;
normale per chi va in cerca col lumicino di vecchi motivi anni cinquanta; il
conduttore lancia un motivetto pubblicitario che invita a chiamare un dato
numero declinato in musica. Non ricordo la parole ma i numeri li mando sempre a
memoria: 3425221012. La trasmissione prosegue senza alti e bassi e nel
frattempo comincia ad arrivare la consueta valanga di messaggi. Ogni tre
messaggi letti e commentati
l’intrattenitore ripropone il jingle. Dopo un poco smetto di ascoltarlo e mi
trastullo con un giochino mentale che facevo da piccino: da una sequenza di
numeri si tratta di eliminarne uno alla volta.
Ad ogni passaggio riesco a cancellarne alcuni.
Per primo il 3; primo
da sinistra. Al prossimo giro faccio fuori i due 2 mediani ed il terzo da
sinistra. Con la terza tornata della musichetta son quasi giunto a fine partita
cancellando dall’emisfero sinistro il 4 e poi, al giro successivo, il 5. Il
programma finisce mentre giungo al cantiere.
Talmente insulso che non val la pena di nominare.
Sbrigo le incombenze e gradisco con grande gioia il caffè
doppio di moka usata che la massaia mi serve sopra la catasta dei mattoni.
Cazzeggio ancora un poco e poi approfitto del bel sole dicembrino per una
veloce campagna fotografica. Alla fine
si fa l’ora dei saluti.
All’avvio dell’auto si riaccende anche la stessa emittente.
E poi ancora ‘sto diavolo di musichetta coi numeri. Rammento
che ne erano restati tre anzi quattro in fila: 1 0 1 2. Se li accoppio in
sequenza trovo due numeri a me cari. Il primo ricorda la nascita e il secondo
il mese: dieci dodici di un qualche anno addietro.
Domani.
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