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Sotto la tettoia



Sotto la tettoia | 2019

Hans e Gretel vanno veloci.

Nonostante l’età son tonici e allenati. In tuta nera e caschetto anche fanno ancora la loro bella figura. In bici poi sono slanciati e filanti. Stanno percorrendo la ciclo via Adriatica da stamattina e cinquanta chilometri prima. Il segnalatore del telefono fissato al manubrio fa il suo mestiere e indica cinque chilometri alla meta.

Biondi capelli e trecce da ragazzina lei. Chioma sale e pepe lui.

Negli anni settanta lei ha fatto parte dei “ … ragazzi dello zoo di Berlino”. Poi si è ripulita, ha incontrato l’amore della vita,  partorito quattro figli tutti biondi e bellissimi e altrettanto intelligenti e adesso fa la signora nella Monaco bene. Lui invece i suoi vent’anni li ha passati avvitando bulloni e contando marchi. I trenta e i quaranta e i successivi anche. È stato un manager di punta del settore trasporti di una multinazionale bavarese. 

Un anno prima dei sessanta son diventati Verdi, vegetariani e accoglienti.

Insomma hanno appeso il cappello e lasciato la compagnia. Con gli interessi di un fondo creato appositamente si son messi a girare il mondo su due ruote.  Vanno alla scoperta dei luoghi dei grandi amori osteggiati, a volte illeciti e spesso tragici come Tristano e Isotta in Cornovaglia o Lancillotto e Ginevra in Bretagna. In genere stanno fuori tre mesi in e altrettanti nella casa della Foresta nera. Quest’estate pedalano in Italia per Romeo e Giulietta a Verona, Renzo e Lucia a Como e via a sud.

Entro le cinque del pomeriggio contano di incontrare Paolo e Francesca.
Poco fuori Cattolica hanno lasciato la costa e si sono inerpicati per le rampe che conducono al Castello. Ed è cominciato quel rumorino alla catena. Come se il pignone e la corona fossero fuori asse. “Chissà se in paese ci sarà un meccanico” pensa a voce alta il nostro ex industriale.  Le chiome bionde della bella moglie sorridono insieme alla sua faccia. Conoscono bene la fissazione per la meccanica del compagno.

Ed eccoli arrivati.

Li accoglie un viale alberato, quasi un boulevard in miniatura, che dietro nasconde un parcheggio a due entrate. Circa al centro c’è un ampia rampa a bassa pendenza che i nostri ciclisti percorrono, come comanda la buona creanza, spingendo le due ruote. A destra e sinistra li accompagna un parco armonioso attrezzato con giochi e panchine. Mamme e bambini ci scorrazzano felici. In basso si intravedono due campetti: nel primo, recintato e pavimentato, è in corso una partitella di palla a canestro mentre nel secondo, dove l’erba la fa da padrone, alcune ragazzi usciti da poco da scuola stanno organizzando la solita partita di calcio.

Un buon quartiere.

In alto incontrano una piazza triangolare con una vasca sul fondo e un portico slanciato all’opposto. Sotto la tettoia ci son quattro volumi. Hans va dritto verso il cubico vetrato dove sa di trovare la stazione di riparazione per la bicicletta. Gretel si accomoda invece nella poltrona della biblioteca ottagonale e li si serve del grande Borges col suo racconto “La biblioteca di Babele” in lingua originale. Entrando ha letto che in questa minuscola collezione i libri ci possono accompagnar fuori e lei ne approfitterà con gioia. Intanto il meccanico ha sistemato la sua e ingrassato quella della compagna. Sono pronti. S’è fatta “… l’ora che volge al desio …”.

E anche quella dello Spritz coi salatini.

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