![]() |
Sotto la panca, 2012 |
Sotto la panca | 2012 | breve
storia di una lampada
Son nata nel
secolo passato.
Prima di
accendermi la prima volta mi han cacciata sottoterra tristemente incastrata tra
un pugno di cemento e un pavimento di quercia scura. Illuminavo da sotto in
sopra i ricorsi di un muro di mattoni dove alcune volte riposavano certi
disegni; sgorbi in verità; fatti a mano. Quando la signora delle pulizie puliva
il locale mi cacciava un tacco dodici sopra al vetro. Per alcuni anni mi sono
accesa tutte le sere e spenta tutte le mattine compreso sabato e domenica e
feste comandate e non. Dal tramonto all’alba per via di un banale timer giorno
vs notte che agevolava la magia. Poi il muro di mattoni è stato demolito e lo
spazio abbandonato. Mi han tirato fuori dal pavimento e sono stata riposta
sotto certi stracci neri dentro lo stanzino delle scope.
Dopo una decina
d’anni si son decisi a tirarmi fuori.
Respiravo a
malapena tanta era la polvere e il sudicio che mi si era depositato sopra ai
circuiti. Mi han pulito perbene e tirato a lucido. “Si va ad una festa” … ha esclamato il mio salvatore. Ha preso una
vecchia scatola di cartone marrone e l’ha chiusa ben bene sui bordi con nastro adesivo sempre marrone.
Ci ha praticato un piccolo foro di lato e uno grande sopra. Il foro superiore
corrisponde preciso alle misure del mio diametro.
E allora. Solo allora
mi ci ha cacciato dentro.
E mentre
lavorava di forbici e cacciavite per fare i collegamenti elettrici canticchiava
una vecchia filastrocca che riporto qui a seguire: “sopralapancalacapracampasottolapancalacapracrepa”.
Nessun commento:
Posta un commento