Perché | 2003
Premessa
Il testo è la sceneggiatura a più mani di un
Corto realizzato durante il Seminario di scrittura e regia tenuto da F.
Welz a Terranuova B.ni nel 2003. Ci ha
onorato della partecipazione Carlo Monni di Champs
sur le Bisence.
SCENA
1
Terranuova B.ni. Negozio di giocattoli. Interno giorno
Dettaglio ravvicinato di una cesta di palloni, tutti diversi tra i quali uno con stampato il mappamondo. Entra in campo la mano di un bambino, Giovanni, indeciso su quale scegliere. Ne tasta più di uno, ne saggia la consistenza, e alla fine ne sceglie uno, ovviamente quello più in basso nella cesta e questo provoca la caduta di almeno un paio di palloni sul pavimento. Felice della scelta, mostra il pallone al nonno ed esclama:
Giovanni
E’ come quello di Luca!
Il nonno, bonario, acconsente, e mentre sta pagando dice:
Nonno
Ti deve bastare per almeno un mese
Giovanni annuisce.
Giovanni
Si va al muro?
Si apprestano ad uscire.
Stacco.
SCENA
2
Giardino, nelle vicinanze delle mura e di una panchina. Esterno primo pomeriggio.
Su di una panchina, seduto a cavalcioni, c’è un uomo vestito in modo dimesso che si è apparecchiato un pezzo della panchina stessa con una tovaglia ripiegata più volte, un piatto di plastica, una bottiglia di vetro trasparente con del vino rosso; insomma mangia come se fosse a casa. Il nonno si siede su di un’altra panchina e tira fuori dalla tasca un giornale spiegazzato (La Nazione). Il nipote sorpreso:
Giovanni
Che hai fatto nonno, l’hai preso al bar?
Nonno
La nazione non si compra, si ruba…Gioca gioca..
Il bambino sembra indeciso sul da farsi, tira un calcio incerto alla palla che va a rotolare vicino alle gambe dell’uomo che sta mangiando. Timidamente Giovanni si avvicina, l’uomo gli fa un sorriso e con un piccolo calcio gli restituisce la palla. Giovanni si allontana e, continuando a dare di sottecchi sguardi all’uomo che sta ancora mangiando si va a risedere vicino al nonno con la palla sotto al braccio. Chiede sottovoce al nonno:
Giovanni
Perché quel signore mangia così?
Il nonno non capisce.
Nonno
Così come?
Giovanni
Così, apparecchiato sulla panchina!
Nonno
Non avrà avuto il tempo di tornare a casa.
Dopo una pausa, continua.
Nonno
O forse a casa una tavola non ce l’ha!
L’uomo, come se sapesse che stanno parlando di lui, alza il bicchiere di vino prima di portarlo alla bocca.
Giovanni
Ma è di fuori?
Nonno
Si, se gl’ha bevuto… gioca, gioca…
Giovanni, saltando a pie’ pari dalla panchina, torna a giocare. Lancia il pallone contro al muro di pietre che altro non è che una parte delle mura che circondano Terranuova. Dopo un po’ si stufa a giocare da solo e richiama da lontano il nonno, tutto intento nella lettura.
Giovanni
Giochi nonno?
Nonno
Non ti sto’ dietro, sono vecchio, mi manca il fiato.
Il bambino torna vicino alla panchina e si siede sul pallone continuando a guardare il muro. Il nonno, con lieve tono di rimprovero.
Nonno
Vieni via, che così scoppia!
Giovanni torna verso il muro, lo tocca lo accarezza e lo gratta, guarda verso l’alto e ne calcola l’altezza. Torna di nuovo verso il nonno.
Giovanni
Perché c’è il muro?
Nonno
C’era tutto intorno al paese.
Giovanni
Lo so, ma a che serve?
Nonno
Per difendersi.
Giovanni
Da chi?
Nonno
Dai nemici…
Giovanni
Perché, abbiamo nemici qui in paese?
Nonno
No, ma quando fu costruito ce n’erano.
Il bambino tira una pallonata, il pallone si impenna e scavalca il muro.
Giovanni
Bella difesa! Sai che ci vuole a scavalcarlo?
Si alzano per andare a recuperare il pallone.
Nonno
Allora così alto bastava… non c’erano gli aerei, gli elicotteri ed i
missili…
Stacco.
SCENA
3
Terranuova B.ni. Mura del paese. In corrispondenza di una torre.
Giovanni ed il nonno passano camminando lungo le mura in corrispondenza della torre angolare. Giovanni la percorre tutta con lo sguardo, fino in alto, poi puntiglioso chiede al nonno:
Giovanni
Perché c’è questa torre?
Nonno
Per difendersi…
Giovanni (con tono enfatico)
Ancora dai nemici?
Nonno (con sufficienza)
Si, per avvistarli prima che ti arrivino in casa…
Giovanni si infervora mimando la scena.
Giovanni
E che facevano, gli tiravano l’olio bollente… le palle di fuoco?
Il nonno lo frena
Nonno
Oppure bastava chiudere le porte a chiavistello.
Giovanni (come proseguendo il discorso del nonno)
Ed il ponte levatoio?
Nonno
C’era, c’era!
Giovanni (sempre mimando l’azione)
Boom! Giù una palla di fuoco! Se
viene Saddam lo sterminiamo!
Il nonno lascia cadere il discorso.
Stacco.
SCENA
4
Terranuova B.ni. Piazza dell’Autostazione. Dietro le mura. Esterno pomeriggio.
Giovanni e il nonno entrano nella piazza e Giovanni si stacca dal nonno e si dirige correndo verso il pallone che è finito alla base di un albero. Il nonno si è fermato a guardare il nipote. Giovanni torna correndo ed insieme al nonno si dirige verso l’autostazione. Giovanni è un po’ deluso.
Giovanni
Già si va?
Nonno
No, la mamma ci aspetta tra un
par d’ore, ma si va a Montevarchi.
Detto questo spinge il bambino sul predellino e sale con lui sull’autobus. Ci sono una quindicina di persone. Tra queste c’è una ragazza, sui trent’anni, che sembra animata da un furore incontenibile, un dissidio interiore che non riesce a frenare. Si morde le labbra, scuote la testa, qualche lacrima sgorga.
Stacco
SCENA
5
Strada tra Terranuova Bracciolini e Montevarchi. Interno/Esterno.
Mentre il paesaggio valdarnese scorre dietro ai finestrini, nonno e nipote si sono messi nell’ultima fila: Giovanni inginocchiato guarda fuori dal finestrone posteriore. Ad un certo punto si siede a fianco del nonno, proprio mentre questi riprende il discorso.
Nonno
Saddam mica ci arriva fin qua, ma
i nazisti ci arrivarono eccome l’ultima guerra!
Giovanni (con la sua vocetta indisponente)
E voi che avete fatto, li avete
sterminati?
Nonno (bofonchiando)
Veramente ci hanno sterminato
loro! Mentre si ritiravano hanno fatto stragi. Dappertutto qui intorno.. da
Cavriglia, S.Giustino, Civitella, Verniana,
Giovanni, leggermente impaurito, dice a mezzavoce
Giovanni
Perché lo facevano?
Nonno
Per follia, per crudeltà, per
distruggere tutto dietro di sé, ammazzavano tutti gli uomini, ma anche le
donne.
Il nonno, come a cacciare un pensiero, guarda fuori dal finestrino.
Giovanni (sempre più
impaurito richiama la sua attenzione)
Ed i bambini?
II nonno si rivolta verso il bambino, scuotendo la testa con aria grave
Nonno
I bambini, i vecchi come me e te.
Giovanni deglutisce spaventato e stringe il pallone quasi a proteggerlo. Il pullman entra sotto un cavalcavia ed il momentaneo cambiamento di luce lo spaventa ancora di più.
Dopo qualche secondo Giovanni riformula una domanda timidamente.
Giovanni
Perché si ritiravano?
Il nonno paziente.
Nonno
Perché le forze alleate
avanzavano. Gli americani e gli inglesi li stavano cacciando.
Giovanni
Come oggi con Bush?
Nonno (scuotendo la testa)
No, oggi l’è diverso.
Giovanni
Perché?
Il nonno esita.
Nonno
Perché Saddam non è Hitler, e
neanche Bush lo è..
Giovanni
Lo è cosa?
Nonno
Un dittatore. Voglion fare di
testa loro e poi si azzuffano e ci va di mezzo tutto il mondo.
Stacco
SCENA
6
Montevarchi. Piazza Vittorio Veneto. Davanti alle Logge. Esterno pomeriggio.
La ragazza “disperata” della scena precedente è tra le prime a scendere dall’autobus. Subito dietro Giovanni ed il nonno. Seguiamo la ragazza mentre passando dietro l’autobus attraversa la strada, allontanandosi dalle logge. Arriva dall’altro lato della strada, e si ferma con una brusca frenata, un’auto sportiva. Un ragazzo, di circa trent’anni, scende e si avvicina velocemente alla ragazza e la chiama strattonandola con voce alterata.
Christian
Serena! Vieni! Vieni! Sali in
macchina! Sali in macchina!
Serena
E’ finita! E’ finita! S’è gia’
detto tutto!
Christian
Serena.. Serena ascolta,
sali in macchina
Serena
Lasciami stare, la nostra storia
è finita, smettila, davanti a tutti ma che cazzo fai!!
Detto questo la ragazza scappa di nuovo verso le logge. Christian la segue e le loro voci sono adesso amplificate dalla risonanza delle logge.
Christian (sempre più alterato)
Sali in macchina Serena per Dio!
Serena
No! No! Mi fai male Christian!!
Christian
Serena, no Cristo! Fammi spiegare!
Serena
Che cazzo vuoi spiegare? E’
finita! E’ finita! Non ti amo più!!
Strattonandola violentemente la butta dentro l’auto senza più dire nulla.
Serena recalcitra, cercando di svincolarsi.
Serena
Christian, che cazzo fai?
Lasciami, lasciami!
Ma ormai Christian ha preso il sopravvento, richiude violentemente la porta dalla parte di Serena e riparte sgommando. Torniamo ad inquadrare il nonno e Giovanni che sono rimasti interdetti ad assistere la scena ammutoliti.
Stacco
SCENA
7
Montevarchi. Vicolo del campanile. Da piazza XX Settembre a piazza Varchi.
Dopo qualche secondo di silenzio, Giovanni riprende con le sue domande.
Giovanni
Perché litigavano?
Nonno
Perché nella vita si litiga, si
comincia da piccini e non si smette più!
Giovanni
Come babbo e mamma?
Nonno
Perché tu non hai mai litigato a
scuola con qualcuno?
Giovanni
Si, si.. però poi faccio pace.
Nonno (annuendo)
Bravo, bravo…
Sbucano su piazza Varchi.
Stacco
SCENA
8
Montevarchi. Bar di fronte alla Collegiata.
Giovanni ed il nonno sono seduti ad uno dei tavolini tondi del bar e sorseggiano ciascuno la loro bibita: il bimbo una Coca cola ed il nonno una spuma. Tirando fuori il giornale di tasca:
Nonno
Hai visto che qui è tornato alla
fine?
Detto questo si immerge di nuovo nella lettura. Il bambino sbuffa e si mette a guardarsi intorno. C’è una coppietta di adolescenti seduta sugli scalini delle logge di fronte che sta sbaciucchiandosi e scambiandosi tenerezze. Senza che il nonno se ne accorga ad un certo punto Giovanni si alza e si avvicina alla coppia titubante, e guarda la coppia con un po’ troppa insistenza fino a che lui il ragazzo si sente osservato, si volta verso il bambino. Giovanni, intimidito dallo sguardo si dirige con una piccola corsettina verso la chiesa. Poi con una rapida deviazione si introduce dentro al portone della Canonica.
SCENA
9
Montevarchi. Museo della Collegiata. Interno pomeriggio inoltrato.
Giovanni penetra con curiosità negli ambienti del museo sotto lo sguardo distratto del bigliettaio. Guarda tutto intorno a sé con curiosità, tocca tutto, a cominciare dalle terracotte tra cui il lungo corteo del conte Guido Guerra. Indugia con lo sguardo sulle schiere di soldati in armi. Passa in rassegna anche il tempietto robbiano vero e proprio, tastando con i polpastrelli la differenza tra i vari materiali e colori.
Stacco.
SCENA
10
Montevarchi. Piazza Varchi. Bar davanti alla Collegiata. Esterno pomeriggio inoltrato.
Giovanni è sulla soglia della canonica. Con una corsettina torna verso il tavolo del nonno che si accorge del suo allontanamento solo quando lui riappare.
Nonno
Dove sei stato?
Giovanni non risponde ed ha pronta un’altra domanda
Giovanni
Perché ci sono i campanili.
Il nonno comincia a spazientirsi un po’.
Nonno
Per le campane, lo dice la parola
stessa!
Giovanni
Si, ma a che servono?
Nonno
Per richiamare la gente alla
messa. La gente sente suonare le campane e sa che sta per iniziare la messa.
Giovanni
E le campane a morto?
Nonno
Una forma di saluto e di rispetto
per il morto che se ne va…
Giovanni
E perché c’è la messa?
Il nonno a questo punto perde la pazienza, si alza, piazza i soldi sul tavolino e avviandosi dice
Nonno
Vien via, Nanni! Perché perché?
C’è qualcuno che ci crede ed ha bisogno di andare a messa.
Giovanni
Tu non ci credi?
Il nonno si ferma nella sua camminata come a pensarci e, dopo una pausa, dice
Nonno
Ancora non lo so.
Il nonno si avvia. Giovanni, uscendo dalla piazza comincia a palleggiare. Passano davanti ai due adolescenti che in questo momento sono intenti in un bacio appassionato. Giovanni li guarda con curiosità. I due escono dalla piazza imboccando via Roma.
SCENA
11
Montevarchi. Via Roma. Esterno pomeriggio inoltrato.
Il nonno e il bambino stanno camminando nel via vai pomeridiano. Giovanni ha ancora qualche domanda.
Giovanni
Nonno, che sapore hanno i baci?
Nonno
Buono, buono, da grande vedrai…
Giovanni
E perché ci si bacia con la
lingua?
Nonno
Ma che lingua e lingua si passano
il cingomma!
Giovanni smette di fare domande facendo un’espressione di disgusto.
SCENA
12
Montevarchi, Chiostro di Cennano. Esterno tardo pomeriggio.
Nonno e nipote percorrono uno dei bracci del chiostro. Venendo incontro da un altro braccio arrivano tre bambini che si avvicinano festosamente a Giovanni perché gli hanno visto il pallone in mano. Il nonno, che sembrava cercare un pretesto per lasciare il nipote
Nonno
Vai, Nanni, vai..gioca con loro.
I quattro con agilità saltano il muricciolo che divide i bracci del chiostro dal cortile e cominciano a giocare, soprattutto Giovanni, con foga ed energia ritrovata, a pallone.
Il nonno caracollando sale al museo paleontologico.
Stacco
SCENA
13
Montevarchi. Sala del museo Paleontologico. Interno tardo pomeriggio.
Carla, la mamma di Giovanni, è l’addetta alla biglietteria del museo. Appena vede suo padre entrare.
Carla
Ah, babbo, o non dovevi venire
alle sette?
Nonno
E che sarà, un quarto d’ora! Da
quando Carla mi sei diventata puntuale?
Carla
Giovanni dov’è?
Nonno
E’ giù che gioca volevo parlarti.
C’è qualcuno?
E da’ un occhiata intorno per
vedere se nel museo ci sono dei visitatori.
Carla
Si c’è un inglese, sono tre ore
che è qui…
Nonno
Parliamo piano allora…Bruno ti ha
creato problemi?
Carla (alza il tono)
Non si è vista una lira e sono
tre mesi che non paga…
Nonno
Piano, piano, parla piano sono
cose nostre…
Carla
E poi fosse solo questo! Mi
tempesta di telefonate tutto il giorno! Io non rispondo più! Poi mi manda degli
sms..”Troia”, “Maiala”..
Nonno (scuotendo la
testa)
Ci vo io, domani è la prima cosa
che faccio…
Carla
E Giovanni è stato buono?
Nonno
Ma si, che vuoi che faccia
Giovanni, è un po’ curioso, chissa’ a chi somiglia!
E la figlia (un po’ scostante)
Carla
Perchè?
Stacco
SCENA
14
Montevarchi. Chiostro di Cennano. Esterno tardo pomeriggio.
Giovanni tira la palla oltre il muretto, poi lo salta e correndo con il pallone sotto il braccio sale velocemente la scala dopo aver salutato gli amici.
Stacco
SCENA
15
Montevarchi. Museo Paleontologico. Interno tardo pomeriggio.
Carla ed il babbo sono in un momento di sospensione del loro dialogo. Vedono arrivare il bambino e con un gesto, come a dire “se ne parla dopo”, accolgono Giovanni.
Nonno
Hai già finito?
Giovanni
Nonno, è già l’ora di cena, non
si va?
Nonno
Si, mamma spenge e poi si va.
Giovanni si allontana dal nonno e dalla mamma e si avvicina all’espositore dello scheletro del mammuth. L’ambiente è tutto circondato da vecchie bacheche lignee piene di teschi, denti giganteschi, fossili, corna di cervo. Giovanni guarda tutto un po’ annoiato. Approfittando dell’allontanamento del figlio, Carla riprende a parlare con il babbo.
Carla (scuotendo la
testa)
Questa settimana non lo trovi…
Nonno
Che ne sai?
Carla
Io so’ tutto dei suoi movimenti…
è in Sicilia con il camion!
Nonno (scuotendo la
testa)
Quando torna?
Carla
Eh..lunedi o martedi lo trovi
Nonno (con
determinazione)
Lo aspetto al casello, non gli
farà freddo…
SCENA
16
Montevarchi. Museo Paleontologico. Interno tardo pomeriggio.
Giovanni è di fronte allo scheletro del mammuth. Richiama dal fondo della sala l’attenzione del nonno.
Giovanni
Nonno, nonno!
Il nonno si avvicina, ed anche Carla. Ma Carla comincia a spengere a gradazione bacheca per bacheca.
Nonno
Che c’è?
Giovanni
Perché si son ridotti così?
Nonno
Così come?
Giovanni
Così tutti pelle ed ossa!
Nonno (sorride)
Di pelle c’è n’è pochina… Si sono
estinti!
Giovanni non capisce.
Perché di che colore erano prima?
Nonno
T’ho detto ESTINTI, non STINTI!
Giovanni
Ma come mai si sono estinti se
erano così grandi?
Nonno
Grandi grossi e coglioni…!
Mangiavano l’erba, poi sono arrivati quelli che mangiavano la carne e se li son
pappati tutti!
Giovanni (sembre
petulante)
E quelli che mangiavano la carne?
Nonno (con un aria
sorniona)
Nutro una profonda perplessità:
ma tu sei veramente mio nipote?
Giovanni
PERCHE’?
E
dandogli uno scappellotto, mentre la sua figliola spegne l’ultima luce delle
bacheche, lo spinge nella penombra verso l’uscita.