Lucignolo
Lucignolo | 1996 | racconto breve | atto unico | scena unica
Lucignolo | 1996 | racconto breve | atto unico | scena unica
L’improvviso e violento
rumore del tuono destò la bambina. La pioggia cadeva scrosciante
ticchettando sul vetro della finestra a tetto. Un debole chiarore, proveniente
dalle persiane della camera, preannunciava l’imminente venuta dell’alba. Giulia
realizzò di essere sveglia e ricordò che Mattia, la sera avanti, aveva
sentenziato che su un certo canale della televisione c’erano i cartoni anche la
mattina presto.
Allora pensò di
sfruttare la situazione.
Si alzò in piedi
e scalza - “... tanto la mamma dorme ...” -
discese le scale fidando del debole chiarore che proveniva dalla grande
vetrata. La sera prima il babbo aveva lavorato fino a tardi a certi disegni a
cui aveva collaborato anche lei - “... ricordò con orgoglio... “ - dipingendo con gli acquerelli delle ( improbabili e immaginarie) case che aveva l’abitudine di inventarsi.
Entrò in cucina e subito notò il tavolo
ingombro di oggetti : carta, matite e
pennelli.
Provò
l’interruttore della luce ma la lampada non si accese.
Con rammarico
realizzò che la luce non c’era. Ricordò che spesso, quando piove forte, la luce
veniva a mancare. Pigiò comunque il bottone del telecomando della televisione
ma i cartoni non comparirono sullo schermo che rimase, tristemente, buio. Allora
si approssimò al tavolo e, salendo sullo sgabello, si accorse di uno strano oggetto che prima non
aveva notato. Era disposto al centro della tavola ed aveva la forma,
approssimativa , di un vaso da fiori. Tutto blu con un piattino alla base, un
cilindro con piccole feritoie ed un cono - “...
come quello del gelato... “ - rovesciato in sommità. Incuriosita provò a
smontare l’oggetto. Sul piattino c’era una piccola candela e sul tavolo i
fiammiferi del babbo. “ Voglio accendere, pensò. La mamma non vuole che maneggi i fiammiferi
ed il fuoco , ma tanto lei dorme, ed io sono ormai grande (cinque anni da poco
compiuti) ... “.
Accese quindi la
candela e rimise il coperchio al piatto.
Subito una
debole luce , proveniente dalle feritoie del cilindro, illuminò la stanza. Gli
acquerelli, il bicchiere ripieno di acqua e la carta erano lì sul tavolo; la
invitavano al passatempo preferito.
Senza indugi
cominciò a dipingere.
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