La revisione | 2003
Le due amiche
non si vedevano da alcuni anni; meglio anni dieci.
Erano state
molto affiatate avendo vissuto insieme durante il periodo universitario ed
avendo frequentato la stessa facoltà fiorentina. Le due architette stabilirono
di incontrarsi al “Roxy Bar” di Strada in Casentino; località amena (???)
distante pochi chilometri dall’abitazione di una delle due. Alle cinque …mi
raccomando…; all’ora del thè.
Furono ambedue
puntuali anche perché colei che veniva da fuori della valle aveva l’auto ultimo
grido dotata di tutti i confort e le opzioni: motore jtd, sette air bag, quattro
ruote motrici, cerchi in lega, abs, radio cassette cd dvd tv play, dispositivo satellitare
di ricerca automatica del bar, volante sportivo a quattro razze, eccetera.
La calda bevanda
fu servita in finissime tazze di porcellana Vedgwood decorate a macchina dalla
manodopera qualificata di Liverpool nei primi del secolo scorso.
Per me la latte…
prego… fece la mora.
Ciaccolarono per
mezzora di marito e casa, di vecchie abitudini e di massimi sistemi, di Berlusconi
e di Saddam, di Bush e di Emergency.
E poi vennero al
sodo.
Da buon professioniste
affrontarono il tema lavoro. Sai… fece la rossa… sono intruppata con della
gente della tua valle per partecipare ad un concorso per la costruzione di una
scuola materna-elementare in bioedilizia. Noooooooooooo… la interruppe la
mora…. Ma sai che ho appena finito un paio di corsi di specializzazione sul
tema bio ????. Inoltre sono mamma di uno splendido figliolo di anni cinque che
frequenta la materna “Stacciaburatta” di Montevarchi. Sono quindi esperta e mi sento
di darti un buon consiglio.
Spiegami le idee
che ti faccio una bella revisione.
La rossa fruga
nella capiente ventiquattrore di coccodrillo rosso fegato ( … sai non esco mai senza la mia borsa da
lavoro… sono architetta libero professionista io) e trova un lapissino e un
pezzo di carta giallina.
Con mano
tremolante traccia un cerchio… e ancora… a ancora… e ancora…a ancora fino a
farne otto concentrici. Ri-costruisce il processo mentale del progetto… ne
traccia le linee di costruzione e ne spiega le idee e i contenuti. Racconta il
progetto insomma. La mora tace per minuti quattro e mezzo circa. Tace ma
elabora. E’ mamma lei… ed esperta di bio… che cavolo. Ora che la rossa si
interrompe per riprendere fiato, dopo l’accalorata esposizione del progetto,
entra lei.
“Ma scusa Paperina…
scusa se ti interrompo… ma l’aula comune per la materna dove l’avete cacciata?
L’aula comune ci vuole… ci vuole in tutte le maniere… c’è anche nella scuola di
… (Tomaso Andrea Marco o come si chiama che non ricordo). Deve essere grande e
bella, capiente abbastanza da riunire tutti e cento i bambini quando non stanno
in classe”.
“L’aula comune…
che roba è fa l’altra vagamente in disagio. Il Gastone non mi ha detto niente.
Il Gastone ha letto bene la legge. Il progetto è fatto alle norme. Io credo che
ti sbagli”.
“Non mi sbaglio…
anzi sono sicura. Per me ci vuole”.
…Attimi di
silenzio pieno di pensieri costruttivi accompagnano le elucubrazioni delle due
professioniste.
Finalmente la Topolina
se ne esce.
“La vasca…
prendete la vasca e copritela…viene bene…dai retta”. Discutono della nuova versione del progetto
per una buona mezzora. Finiscono tre tazze di thè con quattro pasticcini
cadauno e si lasciano in fretta che la mora deve tornare in valle a recuperare
il citto dalla suocera e la rossa deve passare dallo studio a fare una
telefonata urgente.
Promettono un
nuovo incontro a breve… si baciano sulle gote e via.
La valdarnese si
avvia a casa e la casentinese accende il motore della sua nuova auto studio e
parte. Arriva in pochi minuti allo studio. Telefona al gruppo. “Ragazzi…
bisogna cambiare il progetto… la Topolina (figlio munita) dice che manca l’aula
comune dove i bambini si riuniscono tutti insieme per le feste… per natale… per
la fine della scuola eccetera. Si sarebbe individuata la stanza al posto della
vasca. Che ne dite???”.
… Silenzio e
perplessità dall’altra parte del filo acustico.
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