Lettori fissi

26/11/20

Chiacchiere in San Frediano

 

Chiacchiere in San Frediano | 1996

Il rione di Sanfrediano è “di là d’Arno”,

è quel grosso mucchio di case tra

la riva sinistra del fiume, la chiesa del Carmine

e le pendici di Bellosguardo; ...

Le case sono antiche per le loro pietre,

e più per il   loro squallore; formano, l’una a

ridosso dell’altra, un immenso isolato, qua e là

interrotto dall’apertura delle strade, con gli

improvvisi, incredibili respiri del lungofiume e

delle piazze, ...

VASCO PRATOLINI

Le ragazze di San Frediano

 

Si ritrovarono in un caldo primo pomeriggio decembrino su una panchina del lungarno di Santa Rosa: il pensionato, l’abitante, il giovane e l’architetto. Non si conoscevano ma li accumunava il medesimo amore per Firenze e la sua arte. Fecero amicizia ragionando di Masaccio, Masolino e dei loro splendidi affreschi della vicina cappella del Carmine. L’architetto aveva però un problema che lo assillava ormai da diversi giorni. Partecipava al concorso per il recupero della vicina zona dell’ex gasometro e cullava la fantasia con il leggero fruscio del fiume e con la vista della sua parte in ferro emergente. Espose i suoi dubbi, propositi e sensazioni ai suoi nuovi amici che, presi da sacro furore, cominciarono, tutti insieme, a parlare sovrapponendosi l’uno all’altro con idee, suggerimenti e pensieri in forma caotica.

Rimettendo a posto quello che dissero, come se fossero dialoghi ordinati, verrebbe fuori quello che segue.

 

IL PENSIONATO (l’uomo della terza età)

Son quasi undici anni che frequento il centro anziani, importante istituzione per noi, e ho diverse cose da raccontarti, caro amico. Ne ho sentite e viste di tutti i colori su questa area. Certamente se ne è molto parlato, ma mai niente fatto. Come direbbe il mio amico Bartali: ...qui, gli è tutto sbagliato, ... gli è tutto da rifare. Se non fosse per l’opera di volontariato svolta da qui cari giovani del centro di solidarietà qui andrebbe tutto a ramengo. Avremmo bisogno di un posto per poter passeggiare, chiacchierare, passare la giornata, senza dover per forza  venire qui sul fiume. Noi siamo vecchi, non abbiamo le gambe buone. Avremmo bisogno di più spazio dove poter organizzare attività di supporto a carattere sociale e ludico. Quegli edifici, così vuoti, così mezzi distrutti, che peccato.

 

L’ABITANTE (l’uomo della strada)

Abito in via Pisana dal millenovecento cinquantotto. Questa zona la conosco come le mie tasche. Ho visto funzionare il gasometro, gran bella struttura. E quando si alzava la cupola, che lavoro! Ma adesso? Certamente anch’io ne ho sentite di tutti i colori su interventi da realizzare e poi mai cominciati. Da comune abitante devo ringraziare il lavoro svolto dall’associazione di volontariato che, mi pare, si chiami centro di solidarietà. Caro architetto qui non si tratta, solo, di ripristinare un edificio o tirar su due pareti. Il problema vero è la delinquenza e la criminalità che, ormai da tempo, serpeggiano all’interno del cortile. Noi, come abitanti e come genitori, siamo molto preoccupati.

 

IL GIOVANE (il tossicodipendente, l’uomo della speranza)

Io è solo un anno e mezzo che vivo qui, vengo dall’Isolotto, e devo tutto al Centro e al suo mentore: Don Stinghi.  E’ lui che ci aiuta e conforta nel nostro calvario. Noi viviamo in quella palazzina laggiù, vedi? Comoda e confortevole ed anche carina, ma ci serve qualcosa di più. Noi siamo ragazzi con mille problemi e cercare di reinserirsi nella società non è facile, per niente. Solo dopo un certo tempo forse riusciamo a vincere questa nostra lotta. Ma durante al fase di riabilitazione vogliamo avere la possibilità di fare qualcosa di costruttivo e di impostare il nostro futuro. Studiare, lavorare, organizzare. Qui ci sarebbero gli spazi. Affianco a noi ci sono degli edifici abbandonati che si potrebbero usare per fare tante cose. E il gasometro, è molto grande, potremmo adoprarlo.

 

L’ARCHITETTO (l’uomo del mattone)

Cari amici vi ho ascoltato con grande attenzione. Voglio cogliere gli spunti del luogo e muovermi sopra diversi piani di intervento collegati da un intrigato percorso di fili arrugginiti e luccicanti, emozioni e logica, disegno e manualità. Cerco l’appropriazione sensitiva ed emozionale, oltre che logica, del sito rileggendo, in chiave contemporanea, tutte le emergenze fisiche (muri, tetti, alberi e acqua) ed emotive (odori, umori, silenzi e materiali) del luogo stesso.

 

Vi ruberò certe idee e farò un progetto così.

 

Innanzi tutto voglio recuperare nella sua interezza l’ex gasometro, senza minimamente modificarne l’aspetto interno ed esterno. Disporrò per una completa ripulitura del paramento lapideo esterno per farlo risplendere nel tempo. Orienterò la riqualificazione interna del contenitore in direttrici ortogonali: nord-sud, est-ovest, ossia medesime al centro di Firenze. E così anche i quattro accessi, che mi permetteranno di dare luce ed aria agli ambienti e di poter usufruire con sicurezza e tranquillità degli spazi. In questo enorme cilindro collocherò tre palestre: una grande per i giochi di squadra e due piccole per attività a corpo libero. Tutto interrato ed agibile anche da persone disabili. Nella parte fuori terra realizzerò un ampio spazio, una sorta di sala delle feste del quartiere, per concerti, teatro, riunioni, cinema.  Voglio inoltre che le persone possano viverla questa struttura, sentirla propria, quindi troverò il modo per poter salire sulla copertura e li passeggiare, leggere, sostare, ammirare in lontananza la porta di S. Frediano o assaporare l’ebrezza del fiume che risuona non lontano. Libererò la muratura esterna da tutte quelle fatiscenze che oggi non permettono di ammirare questo cilindro lapideo in tutta la sua completezza e al tempo stesso lo circonderò di verde, come gli antichi mausolei, per consegnarlo solennemente al ventunesimo secolo. Si accederà all’interno attraverso dei pontili che lo collegheranno al resto dell’intorno. Voglio un contenitore multi funzionale per tutto il quartiere, simbolo di un’avviata riqualificazione urbana.

Recupererò tutti gli edifici in grave stato di abbandono nel massimo rispetto di questo luogo destrutturato, ma di grande potenzialità. Caro giovane amico è lì che sistemerò i nuovi spazi per te e tutti coloro che fanno parte del centro di solidarietà. Avrete aule per studiare, biblioteche per leggere, laboratori per lavorare e imparare un mestiere, sale per svagarsi, ambulatori per curarsi - il corpo e la mente - ed anche piccoli appartamenti dove poter riacquistare la vostra indipendenza. Tutti gli edifici ristrutturati manterranno il loro attuale aspetto esteriore fatto da tetti in laterizio, intonaco sui paramenti e infissi in legno. E quello nuovo che intendo realizzare presenterà facciate rivestite di bel materiale lapideo fiorentino coronate da uno snello cornicione in pietra locale. I fabbricati saranno tra loro collegati da una passerella pedonale coperta in ferro e vetro, in quota, per poter meglio dirigersi da un fabbricato all’altro, in segno di spiccata funzionalità e ricerca di socializzazione. Un intervento di micro urbanistica sul modello del cinquecentesco corridoio vasariano.

Ci sarà inoltre un accenno di portico attorno al gasometro, sul proseguimento della tettoia capriata esistente. Il suo disegno in relazione con il grande cilindro assumerà la medesima funzione del portico nei cortili conventuali e quindi diverrà luogo di passeggio, di svago, di lettura e riflessione. Tutto supportato da una piccola piazzetta dove una statua (della speranza) vi osserverà dall’alto. Una città nella città. Vicoli stretti che si aprono in ampi spazi con nuovi e continui scorci.

Caro pensionato ristrutturerò anche la vostra palazzina, rendendola più confortevole con l’inserimento di un’ ascensore, servizi e un piccolo bar prospicente il portico.

E tu abitante del quartiere avrai la possibilità di usufruire di tutto quanto, di poter sostare nell’area. Un’oasi, circondata dalle auto e dallo smog, ma al tempo stesso luogo per rilassarsi e per poter scambiare due parole.

Per realizzare la permeabilità con l’esterno e quindi ricucire il lotto con il contesto, ripristinerò l’ingresso da via Pisana ed anche gli accessi dal lungarno di Santa Rosa e da via dell’Anconella. Per il conforto del pedone pavimenterò l’intera zona compreso gli accessi. L’ideale sono pietre che vengono dai dintorni, dal bacino attorno a Firenze, pietre antiche come il macigno. Nella zona del Gasometro poserò un ammattonato in laterizio alternato a ricorsi di pietra ad evidenziare la maglia del portico e nel tragitto tra i due ingressi disporrò un pavimento in pietra macigno. E così anche negli accessi, riproposizione dei selciati delle pubbliche vie, i quali resero le città toscane rinomate fin dall’antico.

Il mio progetto sarà comprensivo anche di alcune opere riqualificanti il quartiere di S. Frediano. Piazza di Verzaia sarà completamente pedonalizzata e pavimentata con semplici lastre in macigno con le singole pietre a spina simmetrica, in modo che appariranno di due toni, (che varieranno secondo l’angolo visuale). Un angolo della stessa sarà occupato da una statua (di San Frediano).

Dove adesso siam seduti, voglio che i fiorentini tornino con grande gioia a vivere questa parte di lungofiume, forse l’unica, eccetto le Cascine, dove la natura con essenze vegetali adulte (pioppi, platani e tigli) lambisce l’acqua. Il mio intervento qui sarà minimale e di grande rispetto per la morfologia di quest’area. Quindi mi limiterò ad una semplice riorganizzazione del verde attrezzato e del percorso pedonale. Sarà questa la zona verde di supporto al parco delle Cascine per attività sportive all’aperto.

Lungofiume realizzerò due percorsi, a quote differenti in terra battuta, per passeggiare e sostare dal ponte Vespucci al ponte alla Vittoria e quindi permettere ai fiorentini di vivere, più da vicino, quel figlio naturale che è l’Arno. Riporterò la gente a divertirsi sul fiume, dove una chiatta in legno fungerà da luogo per ballare, fare concerti, sfilate, sostare e, perchè no, accarezzare la superficie dell’acqua e imbarcarsi su piccole barchette.

Al fiume si accederà direttamente con un collegamento verticale a doppia spirale, molto suggestivo e panoramico nelle vicinanze del torrino di Santa Rosa. Una piazzetta perimetrata con un muro fessurato in più punti e pavimentata in laterizio, darà vita ad un ampio spazio all’aperto.

Cari amici a questo punto tutto è pronto per quel sogno che tutti noi, amanti della città, culliamo con nostalgia: camminare sulle mura, viverle, sentirle proprie. Quindi una passerella sulle mura che colleghi la porta di San Frediano, con annesso ristorante panoramico, con il torrino di Santa Rosa e da lì, in un battibaleno, saremo sul fiume. Un segno forte, di grande unione sociale e un percorso urbano inconsueto e affascinante.

Ed infine proprio lì sotto le mura, nel giardinetto di lungarno di Santa Rosa, sistemerò una struttura prefabbricata multifunzionale adibita a parcheggio e, nella parte superiore, a piazza urbana dove, durante la bella stagione si potrà fare di tutto, dal cinema al teatro, dalla musica alle sfilate, dalle mostre al mercato rionale.

Spero un giorno di realizzare le cose che vi ho esposto, per il momento mi accontento di sognarle.


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