Chiacchiere in San Frediano | 1996
Il rione di Sanfrediano è “di là d’Arno”,
è quel grosso mucchio di case tra
la riva sinistra del fiume, la chiesa del
Carmine
e le pendici di Bellosguardo; ...
Le case sono antiche per le loro pietre,
e più per il loro
squallore; formano, l’una a
ridosso dell’altra, un immenso isolato,
qua e là
interrotto dall’apertura delle strade, con gli
improvvisi, incredibili respiri del
lungofiume e
delle piazze, ...
VASCO PRATOLINI
Le ragazze di San Frediano
Si
ritrovarono in un caldo primo pomeriggio decembrino su una panchina del
lungarno di Santa Rosa: il pensionato, l’abitante, il giovane e l’architetto. Non si conoscevano ma
li accumunava il medesimo amore per Firenze e la sua arte. Fecero amicizia
ragionando di Masaccio, Masolino e dei loro splendidi affreschi della vicina
cappella del Carmine. L’architetto aveva però un problema che lo assillava
ormai da diversi giorni. Partecipava al concorso per il recupero della vicina
zona dell’ex gasometro e cullava la fantasia con il leggero fruscio del fiume e
con la vista della sua parte in ferro emergente. Espose i suoi dubbi, propositi
e sensazioni ai suoi nuovi amici che, presi da sacro furore, cominciarono,
tutti insieme, a parlare sovrapponendosi l’uno all’altro con idee, suggerimenti
e pensieri in forma caotica.
Rimettendo a posto quello che dissero,
come se fossero dialoghi ordinati, verrebbe fuori quello che segue.
IL PENSIONATO (l’uomo della terza
età)
Son quasi undici anni che frequento
il centro anziani, importante istituzione per noi, e ho diverse cose da
raccontarti, caro amico. Ne ho sentite e viste di tutti i colori su questa
area. Certamente se ne è molto parlato, ma mai niente fatto. Come direbbe il
mio amico Bartali: ...qui, gli è tutto sbagliato, ... gli è tutto da rifare.
Se non fosse per l’opera di volontariato svolta da qui cari giovani del centro
di solidarietà qui andrebbe tutto a ramengo. Avremmo bisogno di un posto per
poter passeggiare, chiacchierare, passare la giornata, senza dover per
forza venire qui sul fiume. Noi siamo
vecchi, non abbiamo le gambe buone. Avremmo bisogno di più spazio dove poter
organizzare attività di supporto a carattere sociale e ludico. Quegli edifici,
così vuoti, così mezzi distrutti, che peccato.
L’ABITANTE (l’uomo della strada)
Abito in via Pisana dal
millenovecento cinquantotto. Questa zona la conosco come le mie tasche. Ho
visto funzionare il gasometro, gran bella struttura. E quando si alzava la
cupola, che lavoro! Ma adesso? Certamente anch’io ne ho sentite di tutti i colori
su interventi da realizzare e poi mai cominciati. Da comune abitante devo
ringraziare il lavoro svolto dall’associazione di volontariato che, mi pare, si
chiami centro di solidarietà. Caro architetto qui non si tratta, solo, di
ripristinare un edificio o tirar su due pareti. Il problema vero è la
delinquenza e la criminalità che, ormai da tempo, serpeggiano all’interno del
cortile. Noi, come abitanti e come genitori, siamo molto preoccupati.
IL GIOVANE (il tossicodipendente, l’uomo
della speranza)
Io è solo un anno e mezzo che vivo
qui, vengo dall’Isolotto, e devo tutto al Centro e al suo mentore: Don Stinghi. E’ lui che ci aiuta e conforta nel nostro
calvario. Noi viviamo in quella palazzina laggiù, vedi? Comoda e confortevole
ed anche carina, ma ci serve qualcosa di più. Noi siamo ragazzi con mille
problemi e cercare di reinserirsi nella società non è facile, per niente. Solo
dopo un certo tempo forse riusciamo a vincere questa nostra lotta. Ma durante
al fase di riabilitazione vogliamo avere la possibilità di fare qualcosa di
costruttivo e di impostare il nostro futuro. Studiare, lavorare, organizzare.
Qui ci sarebbero gli spazi. Affianco a noi ci sono degli edifici abbandonati
che si potrebbero usare per fare tante cose. E il gasometro, è molto grande,
potremmo adoprarlo.
L’ARCHITETTO (l’uomo del mattone)
Cari amici vi ho ascoltato con grande
attenzione. Voglio cogliere gli spunti del luogo e muovermi sopra diversi piani
di intervento collegati da un intrigato percorso di fili arrugginiti e
luccicanti, emozioni e logica, disegno e manualità. Cerco l’appropriazione sensitiva
ed emozionale, oltre che logica, del sito rileggendo, in chiave contemporanea,
tutte le emergenze fisiche (muri, tetti, alberi e acqua) ed emotive (odori,
umori, silenzi e materiali) del luogo stesso.
Vi ruberò certe idee e farò un
progetto così.
Innanzi tutto voglio recuperare nella
sua interezza l’ex gasometro, senza minimamente modificarne l’aspetto interno
ed esterno. Disporrò per una completa ripulitura del paramento lapideo esterno
per farlo risplendere nel tempo. Orienterò la riqualificazione interna del
contenitore in direttrici ortogonali: nord-sud, est-ovest, ossia medesime al
centro di Firenze. E così anche i quattro accessi, che mi permetteranno di dare
luce ed aria agli ambienti e di poter usufruire con sicurezza e tranquillità degli
spazi. In questo enorme cilindro collocherò tre palestre: una grande per i
giochi di squadra e due piccole per attività a corpo libero. Tutto interrato ed
agibile anche da persone disabili. Nella parte fuori terra realizzerò un ampio
spazio, una sorta di sala delle feste del quartiere, per concerti, teatro,
riunioni, cinema. Voglio inoltre che le
persone possano viverla questa struttura, sentirla propria, quindi troverò il
modo per poter salire sulla copertura e li passeggiare, leggere, sostare, ammirare
in lontananza la porta di S. Frediano o assaporare l’ebrezza del fiume che
risuona non lontano. Libererò la muratura esterna da tutte quelle fatiscenze
che oggi non permettono di ammirare questo cilindro lapideo in tutta la sua
completezza e al tempo stesso lo circonderò di verde, come gli antichi
mausolei, per consegnarlo solennemente al ventunesimo secolo. Si accederà
all’interno attraverso dei pontili che lo collegheranno al resto dell’intorno.
Voglio un contenitore multi funzionale per tutto il quartiere, simbolo di
un’avviata riqualificazione urbana.
Recupererò tutti gli edifici in grave
stato di abbandono nel massimo rispetto di questo luogo destrutturato, ma di
grande potenzialità. Caro giovane amico è lì che sistemerò i nuovi spazi per te
e tutti coloro che fanno parte del centro di solidarietà. Avrete aule per
studiare, biblioteche per leggere, laboratori per lavorare e imparare un
mestiere, sale per svagarsi, ambulatori per curarsi - il corpo e la mente - ed
anche piccoli appartamenti dove poter riacquistare la vostra indipendenza.
Tutti gli edifici ristrutturati manterranno il loro attuale aspetto esteriore
fatto da tetti in laterizio, intonaco sui paramenti e infissi in legno. E
quello nuovo che intendo realizzare presenterà facciate rivestite di bel materiale
lapideo fiorentino coronate da uno snello cornicione in pietra locale. I
fabbricati saranno tra loro collegati da una passerella pedonale coperta in
ferro e vetro, in quota, per poter meglio dirigersi da un fabbricato all’altro,
in segno di spiccata funzionalità e ricerca di socializzazione. Un intervento
di micro urbanistica sul modello del cinquecentesco corridoio vasariano.
Ci sarà inoltre un accenno di portico
attorno al gasometro, sul proseguimento della tettoia capriata esistente. Il
suo disegno in relazione con il grande cilindro assumerà la medesima funzione
del portico nei cortili conventuali e quindi diverrà luogo di passeggio, di
svago, di lettura e riflessione. Tutto supportato da una piccola piazzetta dove
una statua (della speranza) vi osserverà dall’alto. Una città nella città.
Vicoli stretti che si aprono in ampi spazi con nuovi e continui scorci.
Caro pensionato ristrutturerò anche la
vostra palazzina, rendendola più confortevole con l’inserimento di un’ ascensore,
servizi e un piccolo bar prospicente il portico.
E tu abitante del quartiere avrai la
possibilità di usufruire di tutto quanto, di poter sostare nell’area. Un’oasi,
circondata dalle auto e dallo smog, ma al tempo stesso luogo per rilassarsi e
per poter scambiare due parole.
Per realizzare la permeabilità con
l’esterno e quindi ricucire il lotto con il contesto, ripristinerò l’ingresso
da via Pisana ed anche gli accessi dal lungarno di Santa Rosa e da via
dell’Anconella. Per il conforto del pedone pavimenterò l’intera zona compreso
gli accessi. L’ideale sono pietre che vengono dai dintorni, dal bacino attorno
a Firenze, pietre antiche come il macigno. Nella zona del Gasometro poserò un
ammattonato in laterizio alternato a ricorsi di pietra ad evidenziare la maglia
del portico e nel tragitto tra i due ingressi disporrò un pavimento in pietra
macigno. E così anche negli accessi, riproposizione dei selciati delle
pubbliche vie, i quali resero le città toscane rinomate fin dall’antico.
Il mio progetto sarà comprensivo
anche di alcune opere riqualificanti il quartiere di S. Frediano. Piazza di
Verzaia sarà completamente pedonalizzata e pavimentata con semplici lastre in
macigno con le singole pietre a spina simmetrica, in modo che appariranno di
due toni, (che varieranno secondo l’angolo visuale). Un angolo della stessa
sarà occupato da una statua (di San Frediano).
Dove adesso siam seduti, voglio che i
fiorentini tornino con grande gioia a vivere questa parte di lungofiume, forse
l’unica, eccetto le Cascine, dove la natura con essenze vegetali adulte
(pioppi, platani e tigli) lambisce l’acqua. Il mio intervento qui sarà minimale
e di grande rispetto per la morfologia di quest’area. Quindi mi limiterò ad una
semplice riorganizzazione del verde attrezzato e del percorso pedonale. Sarà questa
la zona verde di supporto al parco delle Cascine per attività sportive
all’aperto.
Lungofiume realizzerò due percorsi, a
quote differenti in terra battuta, per passeggiare e sostare dal ponte Vespucci
al ponte alla Vittoria e quindi permettere ai fiorentini di vivere, più da
vicino, quel figlio naturale che è l’Arno. Riporterò la gente a divertirsi sul
fiume, dove una chiatta in legno fungerà da luogo per ballare, fare concerti,
sfilate, sostare e, perchè no, accarezzare la superficie dell’acqua e imbarcarsi
su piccole barchette.
Al fiume si accederà direttamente con
un collegamento verticale a doppia spirale, molto suggestivo e panoramico nelle
vicinanze del torrino di Santa Rosa. Una piazzetta perimetrata con un muro
fessurato in più punti e pavimentata in laterizio, darà vita ad un ampio spazio
all’aperto.
Cari amici a questo punto tutto è pronto
per quel sogno che tutti noi, amanti della città, culliamo con nostalgia:
camminare sulle mura, viverle, sentirle proprie. Quindi una passerella sulle
mura che colleghi la porta di San Frediano, con annesso ristorante panoramico,
con il torrino di Santa Rosa e da lì, in un battibaleno, saremo sul fiume. Un
segno forte, di grande unione sociale e un percorso urbano inconsueto e
affascinante.
Ed infine proprio lì sotto le mura, nel giardinetto di lungarno di Santa Rosa, sistemerò una struttura prefabbricata multifunzionale adibita a parcheggio e, nella parte superiore, a piazza urbana dove, durante la bella stagione si potrà fare di tutto, dal cinema al teatro, dalla musica alle sfilate, dalle mostre al mercato rionale.
Spero un giorno di realizzare le cose
che vi ho esposto, per il momento mi accontento di sognarle.
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