Il raduno | 2019
Arrivarono alla spicciolata.
L’appuntamento era “verso il tramonto”, si … si … era
proprio scritto così sull’invito. Doveva essere una festa a sorpresa e
all’apparenza aveva funzionato datosi che il festeggiato non era ancora
arrivato. Viceversa gli ospiti c’erano
proprio tutti. Con i costumi d’ordinanza; trucchi, parrucchi e tutto
l’ambaradan del caso. Erano arrivati da tutte le regioni dello stivale; città,
paesi e sperdute provincie ai margini della penisola.
Ognuno era giunto al luogo
dell’evento con mezzi diversi.
Alcuni con il minibus di linea ed
altri con l’auto blu del ministero. Certi, i più taccagni e organizzati, erano
arrivati in treno e poi alla stazione avevano fittato un’ape scoperta, tipo
quelle che scorrazzano per Ischia. In cinque arrivarono, con la scusa delle soste per rifornimento del
tre ruote, già brilli. Un bel gruppo scelse la strada più comoda, economica ed
emozionante: la funivia del monte Faito.
Da 0 a 1100 metri in soli otto
minuti: un portento.
Eccoli comunque tutti qui all’uscita
della stazione. Il luogo è appena stato riformato dopo un attento intervento di
riqualificazione. C’è una bella piazza, esclusivamente pedonale, pavimentata in
calcestruzzo drenante con ricorsi geometrici in pietra locale; un grande
portico in cemento armato faccia a vista gira a squadra su due lati e
accompagna gli escursionisti verso il belvedere mozzafiato che affaccia sul
golfo di Napoli e il Vesuvio. Da quassù
par quasi di potergli sfiorare il pennacchio. La parte adibita ai
veicoli corre tangente al colonnato, senza mai interferire con altre attività,
ed è dotata di parcheggi sufficienti alla bisogna. Lungo il lato del muro di
pietra grezza che accompagna l’uscita dalla stazione fa bella mostra di se una
lunga vasca in pietra con tanto di seduta , quattro fontanelle ed altrettanti
mascheroni di bronzo. Sopra una targa in pietra è dichiarata la provenienza
dell’acqua: “Sorgente della Lontra – a.
d. 2020” che si trova pochi metri
sopra e risulta ottimamente bevibile. Un piccolo palco di legno, protetto da un
bianco pergolato di glicine, accostato all’edificio ospita gli strumenti
acustici di una big band. Ma i musici sono stranamente assenti. Di normale
sotto la tettoia, che ha un curioso disegno a scatola rovesciata con pilastri
centrali stretti e slanciati, ci sono una serie di attività commerciali e
artigianali che fanno riferimento al luogo e sono ospitate in banchi di legno a
forma di cassapanche con le ruote. Di normale …. ma stasera no.
Stasera è festa e i cassoni stanno a
riposo attaccati al soffitto.
Intanto il sole è calato
completamente e il buio l’ha vinta sulla luce. Gli invitati transitano sotto ai
contenitori conversando amabilmente. I volumi sospesi, mescolati con
l’illuminazione del sotto loggia, creano fantastiche ombre che evocano storie e
racconti di montagna. La piazza scoperta, certo per scelta dell’organizzazione,
è completamente al buio. È serata di luna scura e le stelle cadenti disegnano
scie luminose scendendo verso il mare. L’effetto è spettacolare.
Ciò nonostante alcuni ospiti
dimostrano chiari segni d’impazienza.
Forse dovuti al fatto che l’ospite
d’onore non è ancora arrivato? O magari perché non è ancora stato servito
neanche uno spritz? Forse che sia il caso di approfittarne per conoscere
qualcuno degli invitati? Votiamo per il sì? Bene. Mi vesto da agente segreto ed
indosso la telecamera, in realtà l’ultima diavoleria elettronica che consiste
in una spilla con la scritta “smile”,
sul risvolto della giacca. Il puntino sopra la “i” nasconde la microcamera.
Aziono il telecomando nella tasca
sinistra e …. ciak. Siamo “online”.
Mi muovo con circospezione e intanto
l’aggeggio fa il suo mestiere e cattura gli ospiti: Colombina vivace e
maliziosa servetta, Beppe Nappa goloso e beffardo, Stenterello pigro e
chiacchierone, Rugantino bullo, arrogante e pavido, Brighella attaccabrighe, insolente
e dispettoso, Spaventa soldato di ventura ambizioso e sognatore, Tartaglia
dottore, goffo, corpulento e balbuziente. Balanzone saccente e cavilloso,
Pantalone avaro e lussurioso, Cassandro il rompiscatole degli innamorati,
Arlecchino servo astuto e ignorante, Burlamacco forse il più giovane inventore
di burle, Gianduja conservatore e ottimista. Tutti seguiti da mogli, fidanzate,
amanti, pargoli e animali domestici da gabbia e da guinzaglio.
Manca solo il festeggiato che proprio
stasera sorpassa i quattrocento.
Lo sconcerto degli astanti è
evidente; son venuti fin quassù per cantare “Happy
birthday” all’amico e si trovano a passeggiare al buio con l’unico
divertimento di osservar la scia di corpi celesti cadenti. Non c’è traccia di
vassoi, cibarie o beveraggi. Ci son solo degli ecologici bicchieri in
vetro da riempire con l’acqua delle
fontanelle. Lo stomaco brontola e son ormai le ventidue. Lo certificano i
rintocchi delle campane del vicino Santuario di San Michele arcangelo.
Al termine dell’ultimo “dong” il luogo si anima all’improvviso.
Si accendono le luci della piazza,
s’illuminano i fianchi del porticato e sulla facciata della stazione compare
una scena; un ciclista arranca lungo le rampe della salita. Ha un cappello
bianco come anche la camicia e i calzoni larghi. Bianche anche le babbucce con
le punte. Solo la maschera è di colore nero con il caratteristico gran naso
adunco. Con grande disappunto degli astanti non ha la pancia d’ordinanza. Anzi; sotto il camicione
grondante sudore s’indovina un ventre piatto e s’immagina una tartaruga da
frequentatore di palestra. Si muove come un ragazzo di venti piuttosto che un
quattro centenario. Ha la pedalata agile di Coppi e la potenza di Bartali.
Sospetto che la consorte l’abbia
messo in riga
Scommetto una cifra che, dopo i
bagordi dell’ultimo gran ballo mascherato, l’ha costretto a dieta ferrea oltre
all’obbligata frequentazione di palestre e allenatori. D’altra parte è in
pensione da alcune centinaia d’anni e deve pur passare il tempo tra un martedì
grasso e l’altro. Come sia adesso lo vedo tonico e scattante per gli ultimi
tornanti del “Monte delle faggete”.
L’ultima curva, poi la dritta ed è in
piazza.
Il traguardo è salutato dalla big
band, tutta acustica, che attacca “Summertime”.
Alla voce roca del grande Luigi si contrappone quella magica di Ella. E tanto
basta.
È arrivato Pulcinella.
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