Lettori fissi

30/01/20

Romeo



Romeo | 2000

… E ora erano arrivati anche loro.

Era appena finita la stagione del grande freddo ed era finita la pace. Stava per sparire anche una delle ultime oasi di tranquillità e fertilissimo terreno di caccia. Sotto le travi crollate o nella stanza buia si poteva cacciare. Il bottino della giornata era facilmente assicurato. I piccoli volatili cinquettanti o gli abitanti delle fogne erano facile preda del cacciatore dagli occhi gialli e dagli artigli affilati. Sopra ai vecchi materassi si poteva amoreggiare con le occasionali compagne raccattate in piazza o banchettare con gli amici.

Adesso tutto questo bengodi stava per terminare.

Erano arrivati i demolitori con le loro tute marroni. Con martelli e picconi, con ruspe e pale. E rumore. Un grande rumore che spaventava le prede e vanificava gli sforzi del nostro eroe. L’agibilità del luogo era consentita solo durante le ore notturne quando gli operai tornavano alle loro case.

Poi erano venuti i rifinitori con le loro tute bianche e i loro pennelli.

Tutto quanto faceva presagire l’ennesimo sfratto e la ricerca dell’ennesimo rifugio nei soliti vicoli. Ma il nostro cacciatore non si voleva rassegnare e periodicamente operava spedizioni di controllo in quello che era stato il suo regno. Le cose, in verità, si misero male quando arrivarono i montatori con le loro tute blu. Con le saldatrici e i cacciaviti, con gli infissi e i vetri. Stavano chiudendo gli accessi.

Un altro padrone stava per soppiantare il comodatario precedente.

Intanto però i lavoratori avevano iniziato le finiture esterne. Muretti in pietrame faccia a vista e pavimenti in selciato. Scalette e rampe. Aiuole e alberelli. Una piccola fontina era stata posizionata in un angolo della piazzetta sotto la strada.

E poi montarono una colonna al centro.

Dal tetto si poteva facilmente saltarvi in sommità. Un piccolo divertimento che sicuramente avevano voluto offrire a scusarsi dei disagi che avevano procurato all’abitante precedente. Infine un giorno, ad estate inoltrata, giunse una signora vestita con un semplice completino. Giacca e gonna grigia, camicetta bianca e scarpe nere.  Le lunghe gambe abbronzate non portavano collants. Un nastro arancione le legava i capelli corvini. Con pochi gesti salì una scaletta e posizionò qualcosa sulla cima della colonna. Si trattava di uno strano oggetto a forma di tempietto. Quattro piccole colonnette  affusolate sorreggevano un tetto a capanna. Tutto di metallo giallo e luccicante.

Non era male.

Era sicuramente la casa del re.

Almeno così pensò Romeo [il gatto del mattatoio] spiccando il salto per prendere possesso della sua nuova abitazione.

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